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PNSAI: resa dello Stato, la risposta è nella fusione dei Comuni

Politica
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IL GOVERNO DEFINISCE LE AREE INTERNE “IRRECUPERABILI”
FCCN RISPONDE: “LA SOLUZIONE È NELLE FUSIONI”

Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne
Lo hanno chiamato così, con un nome altisonante che allude all’intenzione di affrontare il problema con decisione, per risolverlo con rapidità, innovazione ed efficacia.

Ma la realtà è ben diversa: nei contenuti si scopre una raffazzonata abdicazione del Governo, che rinuncia ad esercitare con autorevole diligenza il proprio ruolo di competenza.
Una vera e propria resa, una sciatteria senza precedenti.

Una presa in giro che si manifesta laddove, da un lato, si esaltano a parole territori, amministratori e cittadini – definiti “inalienabili presìdi di civiltà” – e dall’altro, se ne decreta il declino come ineluttabile, affermando nero su bianco la rinuncia a sostenere quei presìdi.

Dal PNSAI non emerge alcuna proposta concreta, nessuna soluzione, nessuna idea. Tutto viene demandato a un vago “coordinamento locale”, gestito da un “Comune capofila” dei progetti: proprio il tallone d’Achille delle aree interne.

Si finge – si spera! – di ignorare che i piccoli e piccolissimi Comuni non hanno la struttura adatta per progettare alcunché. È emblematica la situazione dell’isola d’Ischia: sei Comuni che da anni non riescono nemmeno a ottenere i fondi FESR, poiché incapaci di organizzarsi in un’Unione dei Comuni.

La posizione dell’FCCN – Associazione Nazionale per le Fusioni tra Comuni – è da tempo chiara e più volte portata all’attenzione di Regioni e Governi: serve una razionalizzazione immediata e decisa del governo dei territori, da attuarsi attraverso piani regionali di fusione tra Comuni.

Un percorso che non richiede alcuna riforma legislativa, poiché attuabile già oggi con le norme vigenti.

Non siamo i soli a sostenerlo. Con noi ci sono autorevoli istituzioni come ISTAT, Corte dei Conti e Ministero dell’Interno, che nello Studio sui risultati delle fusioni in Italia hanno evidenziato i vantaggi di questa strada.

Anziché alzare bandiera bianca – o peggio ancora, come pare voler fare il Ministro Foti, limitarsi a rivedere il documento per eliminare le frasi più esplicite – è urgente attivare un tavolo tecnico-politico, convocare la Conferenza Stato-Regioni e coinvolgere i ministeri competenti per predisporre in tempi brevi piani regionali di fusione, utili a individuare soluzioni amministrative ottimali.

Queste misure non solo sono in grado di arrestare il declino delle aree interne, ma anche di invertirne il trend, come dimostrano i risultati delle fusioni già realizzate, ad esempio quella della Val Samoggia (BO).

Oggi contiamo decine di Comuni con meno di 200 abitanti – solo in Piemonte sono 13. Con il continuo calo delle nascite, tra pochi anni avremo Comuni con poche decine di residenti.
Per quanto ancora si continueranno a difendere situazioni così insostenibili?

Antonello Barbieri
Presidente del Coordinamento Nazionale per la Fusione dei Comuni