E’ morto il 20 giugno a Venezia, la città che amava più di tutte, ad 89 anni Lamberto Sechi, uno dei più grandi Maestri del giornalismo italiano moderno. Il nome forse dice poco o niente ai giovani o al grande pubblico. Sechi non era una prima firma come Indro Montanelli o Enzo Biagi, non era cioè quello che l’immaginario collettivo definisce un grande giornalista che scrive editoriali solenni o inchieste indimenticabili come quelle di Tiziano Terzani.
Sechi era un grande “costruttore” di giornali ed ha costruito negli anni ‘60 il più importante settimanale italiano, “Panorama”, che superava nelle vendite “L’Espresso” di Eugenio Scalfari ed ha introdotto il giornalismo inglese in quello italiano “disciplinando” la redazione con uno stile assolutamente omogeneo in modo tale che prescindendo da chi scriveva il giornale doveva sembrare scritto da una sola persona. L’attacco dell’articolo doveva essere breve, le frasi corte,la chiarezza assoluta, i dettagli precisi. Sotto la testata di Panorama Sechi fece apporre, rivisitandolo, l’ammonimento di Scott, il padre del giornalismo inglese: “I fatti separati dalle opinioni”.