Ischia News ed Eventi - Rubriche

E’ morto il 20 giugno a Venezia, la città che amava più di tutte, ad 89 anni Lamberto Sechi, uno dei più grandi Maestri del giornalismo italiano moderno. Il nome forse dice poco o niente ai giovani o al grande pubblico. Sechi non era una prima firma come Indro Montanelli o Enzo Biagi, non era cioè quello che l’immaginario collettivo definisce un grande giornalista che scrive editoriali solenni o inchieste indimenticabili come quelle di Tiziano Terzani.

Sechi era un grande “costruttore” di giornali ed ha costruito negli anni ‘60 il più importante settimanale italiano, “Panorama”, che superava nelle vendite “L’Espresso” di Eugenio Scalfari ed ha introdotto il giornalismo inglese in quello italiano “disciplinando” la redazione con uno stile assolutamente omogeneo in modo tale che prescindendo da chi scriveva il giornale doveva sembrare scritto da una sola persona. L’attacco dell’articolo doveva essere breve, le frasi corte,la chiarezza assoluta, i dettagli precisi. Sotto la testata di Panorama Sechi fece apporre, rivisitandolo, l’ammonimento di Scott, il padre del giornalismo inglese: “I fatti separati dalle opinioni”.

L’elezione di Luigi De Magistris, 43 anni, magistrato coraggioso, eurodeputato  in carica ed eletto nella lista di Italia dei Valori, a Sindaco di Napoli con uno schieramento “oltre” i partiti tradizionali di centro o sinistra rappresenta una svolta di enorme importanza , un forte segnale di cambiamento, per la Città di Napoli  che è la più grande Metropoli  nonché la capitale storica ed economica di tutto il Meridione.

De Magistris ha voluto e saputo dare voce ad una società civile, sociale, economica stanca della partitocrazia e dei suoi vecchi e nuovi rituali.  La sua vittoria è prima di tutto una sconfitta della destra – antica e moderna - ma anche della sinistra tradizionale rappresentata oggi dal Partito Democratico di cui lo zoccolo duro è l’ex-organizzazione del Partito Comunista che l’ex Presidente della Campania ed ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, incarnava. Chi ha votato De Magistris lo ha fatto per dire basta agli uomini di ieri e ai  loro rituali – oltre la destra e la sinistra – ed ha chiesto uomini e donne che siano credibili per affrontare una problematica titanica per far rinascere una o forse la più bella città del mondo.

Ho già avuto modo di affermare che la questione dell’unificazione amministrativa dell’isola d’Ischia in un unico Comune se esce dalla porta sconfitta dall’astensionismo – che significa non partecipazione al problema – dalla maggioranza degli ischitani che hanno impedito il raggiungimento del quorum del 50 per cento più uno rientra dalla finestra. Meglio. Respirerà aria più pulita liberata dalla demagogia, dal personalismo, dal tatticismo, dal campanilismo.

Il Referendum consultivo, indetto – ai sensi di legge – dalla Regione Campania per conoscere il “parere” delle popolazioni interessate all’unificazione amministrativa dei sei Comuni dell’isola d’Ischia, è stato respinto. Ma non è stato respinto perché i NO hanno prevalso sui SI come ci si aspetta da una consultazione referendaria. Tutt’altro. E’stato respinto perché una consultazione referendaria è valida quando vota il 51% degli iscritti alle liste elettorali.

Poiché gli elettori iscritti alle liste elettorali dei sei Comuni erano 52948 il quorum era di 26475. Hanno votato soltanto 15081 elettori pari al 28, 48% e quindi poiché non si è superata la soglia del 51% la consultazione potrebbe definirsi inefficace o non valida.

La maggioranza degli ischitani ha quindi manifestato con il silenzio, il non voto, la sua contrarietà al Comune Unico – come invitava a fare il fronte eterogeneo del NO costituito  da un “arco supercostituzionale” dai maxisti-leninisti-stalinisti ai mussoliani-evoliani-futuristi passando per i veto-socialisti, ipercampanilisti etc. talmente vasto che nemmeno la potenza di Ulisse – con l’aiuto della divina Athena – poteva stendere.

Quando si prendono certe “lezioni” – da un libro, un giornale, un oratore – nell’età dell’apprendimento o della formazione giovanile si “infilano” nella nostra memoria – il cervello ed il cuore – e non ne escono più. Diventano pietre, macigni, montagne sulle quali costruisci tutto il resto della tua impostazione di vita.

Carlo Patrignani è un giornalista italiano che ha superato la cinquantina e che lavora a Roma all’Agenzia Giornalistica Italia (AGI), la seconda agenzia di stampa nazionale dopo l’ANSA, con la quale ho collaborato dal 1978 al 1980 stringendo indimenticabili rapporti di amicizia con i redattori da Napoli Eugenio Ciancimino,Salvatore Testa ed il caro Efisio Serra morto giovane nel pieno dell’attività a Roma. Patrignani ha letto un mio articolo su ischianews.com del 30 aprile sulle “riforme incompiute e quelle negate sulla strada del postmodernismo” dove mi soffermo su quella straordinaria stagione, che va dagli anni ’60 agli inizi degli anni ‘80 del ‘900, di proposte riformiste avanzate soprattutto dai socialisti del PSI impostate sull’avvio della politica di “Programmazione Economica” vista come unica “Terza Via” tra il liberismo ed il comunismo per realizzare una società più giusta e più umana. Cito nell’articolo i padri nobili di quella “Terza Via” che furono Riccardo Lombardi, Antonio Giolitti, Giorgio Ruffolo e così Patrignani ha voluto mandare il suo libro sulla vita e l’opera di Riccardo Lombardi (Regalbuto 16 agosto 1901 – Roma 18 agosto 1984) e di sua moglie Ena Viatto che gli fu vicino per 52 anni e che per lui lasciò il primo marito Girolamo Li Causi, comunista, partigiana “fenicottero” cioè “postina” della Resistenza..

E’stata presenta nei giardini meravigliosi di Villa Arbusto a Lacco Ameno  giovedì 26 maggio “Campania Artcard – Ischia” promossa dalla Regione Campania e gestita  dalla società regionale Scabec. Vi aderiscono imprenditori aderenti alla Federalberghi ed all’Ascom. Costa 28 euro. Ha una durata di 5 giorni.

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