Nella seconda metà del ‘500, quando Vicerè di Napoli era il Cardinale Granvela, si sentì l’esigenza di dotare il Borgo dei Gelsi di una fonte autonoma di acqua potabile “atteso che quel luogo mancava di acque potabili, per essere stato occupato dal mare il freschissimo e rinomato fonte alla spiaggia di Cartaromana, ove innalzavasi il Ninfario dei signori di Guevara”.
“Per provvedere all’utile del Borgo dei Gelsi, oggi volgarmente denominato Ischia Ponte, il Cardinale Granvela concedette a questa Università alcune immunità ed esenzioni dal pagamento della gabella sul vino, detta tratta, acciocché queste somme riscosse pel detto dazio invece di andare a profitto del regio erario, fossero invertite alla costruzione dell’acquedotto che l’acqua di Buceto al Borgo dei Gelsi avesse condotta”.
Nel 1580 il cavaliere Orazio Tuttavilla, Governatore dell’isola, ebbe l’incarico di mettere mano alla costruzione, ma, siccome i fondi raggranellati non erano bastevoli, si dovette ricorrere ad una forte tassa sui cereali e solo nel 1590 si pose la prima pietra per la costruzione dell’acquedotto che, tra alterne vicende terminò circa due secoli dopo.