Ischia News ed Eventi - Animali e natura

Sabato il 01.Ottobre 2011 sarà consegnato al famoso mineralogo, petrologo e vulcanologo Professor Dottor Hans Pichler dell’Università di Tubinga l’attestato di benemerenza per le sue opere. La cerimonia si svolgerà alle ore 10:00 presso l’ex osservatorio geofisico di Casamicciola Terme. Hans Pichler nacque nel 1931 e da molti anni è asseverato come uno dei più famosi vulcanologi del mondo. Appena trentenne iniziò la sua carriera accademica presso l’appena instituito Istituto Vulcanologico di Catania, sotto la direzione dell’ancora più famoso vulcanologo Alfred Rittmann. Presso l’istituto Vulcanologico scoprì la sua passione per i vulcani.

Tra le fotografie del mio album non manca di certo quella che immortala la mia prima visita al Monte Epomeo.

Capelli a caschetto, quattro anni o poco più, sorridente, a cavalcioni su un cavallo per raggiungere la vetta. Una tappa obbligatoria per chi vuole conoscere Ischia, conosciuta da sempre come isola di terra.

Una meta apparentemente irraggiungibile ed aspra, dove la rigogliosa vegetazione cede il passo al tufo verde, ricreando un luogo di meditazione e di energia unico.

Da qui è possibile raccogliere il sole nel palmo di una mano, immenso al tramonto, con i colori dell'arancio e le sue sfumature che dipingono l'orizzonte. Con l'indice si possono toccare tutti i punti, delineando il perimetro dell'isola. Basta spingere lo sguardo un po' più in la, per vedere Capri con la penisola sorrentina, Pozzuoli, il Litorale Domitio. Ecco anche Ponza e Ventotene. Si può seguire lo stivale a perdita d'occhio fino al Circeo. Il mese scorso, dopo le piogge, era visibile persino l'Appennino.

Quanti di noi hanno vissuto emozioni dolci ed entusiasmanti nelle lunghe controre di agosto, rscoltando il melodioso canto delle cicale? Eravamo fanciulli e si usava mettere delle coperte a terra nel portico o fuori ai terrazzi, con la speranza di dormire pi˘ freschi negli assolati pomeriggi estivi.

L'odore dello zolfo e dei fichi maturi riempivano l'aria, la campagna lussureggiante era pervasa da quel suono intenso, vibrante che trasmetteva serenita e continuita. L'atmosfera era ovattata, misteriosa. Noi bambini eravamo curiosi di sapere come mai quel minuscolo animale non si stancava mai di cantare. Spesso lo cercavamo tra i filari di viti, con la speranza di prenderlo, ma non ci riuscivamo.

2. Il viaggio

Non esistono collegamenti marittimi pubblici da Ischia al Giglio. Per questa ragione bisogna viaggiare in parte via terra, p. es. da Napoli con un IC diretto verso Pisa - Genova fino a Orbetello, dove un autobus (linea 1) che fa capolinea proprio davanti alla stazione ferroviaria, preleva le persone che vogliono imbarcarsi per le isole a Porto S. Stefano. (info su www.ilgiglioinfo.it)

Da Porto S. Stefano due linee di traghetti (Toremar e Maregiglio) trasportano uomini e mezzi fino a Giglio Porto, in agosto solo con permesso di circolazione. Dalla fine di maggio ai primi di settembre è attivo anche un servizio di pullman che trasporta i turisti, nel solo fine settimana, direttamente da Roma a Porto S. Stefano.

Riunire in sé tante specie vegetali, presenti in tutto il mondo, in un unico luogo e permettere, a ricercatori e appassionati, di poterne apprezzare le caratteristiche senza dover andare da una parte all’altra della Terra. È questa la peculiarità dei Giardini Ravino, uno degli esempi maggiori di biodiversità nonché uno dei giardini botanici più famosi a livello europeo.

Parte I

Due Isole nel Tirreno

Scopro per caso che un’amica di Forio d’Ischia dal cognome tipicamente foriano e ben consono all’Isola Verde, non è affatto nativa del luogo in cui risiede, ma dell’Isola del Giglio.

La spiegazione è molto semplice: suo padre Giuseppe Verde lavorava alle macchine di una nave che prelevava pirite dalla miniera del Campese per trasportarla a Piombino. Per questa ragione si era stabilito con la moglie a Giglio Porto. Questo avvenne dopo la riapertura, nel novembre 1945, della miniera che era stata chiusa due anni prima per le difficoltà causate dalla situazione bellica. Nel 1962, dopo vari tentativi di reperire filoni produttivi a sempre maggiori profondità, si pervenne alla chiusura definitiva.

“Se hai fegato aggiungiti alla compagnia e vieni ad attendere l’alba con noi a Santu Nicole”,la perentorietà di Franco Iacono non ammetteva tentennamenti, d’altro canto mi ero fatta la fama di uomo dalle emozioni forti e dalle imprese defatiganti per cui non me la potevo svignare adducendo un qualsiasi motivo ad impedimento. Ho subito precisato che non sarei salito a dorso di mulo perché l’unica volta che feci questa esperienza, molti anni fa, stetti per diversi giorni a gambe divaricate per dei lancinanti dolori ai muscoli dell’interno coscia.

“Non vi sono muli a sufficienza, siamo una trentina e forse più, il rendez-vous è al castagneto dopo La Quiete, ore venti” precisò Franco. E così ci siamo ritrovati puntuali e pronti alla… scalata dell’Epomeo. Non vi racconto come erano combinati gli esursionisti in fatto di equipaggiamento: si andava dai pantaloni alla zuava con scarponcini ed alpenstock alle tenute da caccia con pantaloni di velluto e giacchettoni, giubbini, pinocchietti, jeans, ke way, corpetti, cappellacci e cappellini… ed, invece, io e la mia consorte in abiti leggeri ma con una provvidenziale coperta ripiegata nel borsone.

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