Giovanni, dal caffè Savoia all'hotel Pithaecusa
Ci sono donne ed uomini che attraversano la cronaca e non entrano nella Storia. C'è una grande Storia scritta nei libri per le vaste aree e per le piccole -come è quella delle comunità dell'isola d'ischia trascurate dalla grande Storia - ma tutte sono importanti se si ha il senso della Memoria. E' un tasto sul quale torneremo prossimamente dando alle stampe l'opera di Miggi Calise sulla sua famiglia. Sarà un'opera monumentale -non esagero - perché narrativa,poetica,fotografica,documentaria . Sarà il racconto di una famiglia e di un'epoca e una lunga e dettagliata ricostruzione di un secolo - il 900 - che non è un secolo breve ma lungo perché peggiora nelle tragedie e nella barbarie di questo secolo n.21 dopo Cristo già giunto a 25 anni con orrori mai visti nella Storia. Ci sono racconti di famiglie andati perduti. E' difficile,anche per chi ha passione per la conservazione della Memoria come chi scrive, riannodare i fili di vite umane ormai spente da anni che non hanno lasciato tracce scritte delle loro vite . Solo qualche fotografia di famiglia o qualche lettera distrattamente conservata in un vecchio cassetto di oggetti antichi . In molte famiglie ci sono pezzi di vita vissuta da ricordare. Fanno riflettere. Comincio il racconto della vita di mio nonno materno. Giovanni Monti (1885-1963). Ho qualche foto. Ricordi di infanzia di una storia orale pronunciata da mia madre Anna Monti (1911-2003). Provo a mettere insieme una storia di famiglia.
Monti forse commercianti
Forse erano commercianti i progenitori di Giovanni. I genitori di Giovanni si chiamavano Giuseppe e Fermina. Fermina veniva da Barano e di cognome faceva "Di Meglio". Come centinaia di famiglie di Barano emigrate perfino nell'isola di Ponza nel 1734. il racconto orale di mia madre mi parlò del nonno che gestiva un negozio di alimentari alla Marina di Casamicciola sul lato mare dove prima del terremoto del 1883 c'era un abitato risucchiato dal mare. La casa era nel "rione di sopra". La famiglia di 5 figli ed un fratello scapolo di Fermina. Giovanni doveva essere il primo figlio . Credo che abbia fatto solo le elementari . Decise di lavorare nel nascente turismo. A 20 anni lavorava a Napoli all'albergo Vesuvio come cameriere. E' li che imparo' il mestiere e che conobbe sua moglie. Una svizzera tedesca di 8 anni più grande di lui. Emma Reber (1878-1959). Emma faceva la guardarobiera all'hotel Vesuvio. Veniva da Parigi dove si era trasferita a 18 anni rimasta orfana dei genitori. A Parigi faceva la governante di una famiglia. Il ricordo del soggiorno a Parigi è una vecchia foto dello studio Paul Darby trovata in un cassetto di mia madre. Giovanni ed Emma si sposarono a Casamicciola nel 1909. Emma si convertì al cattolicesimo. Era evangelica. Emma portò mille lire di dote . Con questo danaro Emma e Giovanni aprirono in piazza marina il caffè Savoia . Ebbero tre figlie: Erminia (1910-1994), Anna (1911-2003) ed Angela (1914-2014). Poi nel 1930 presero in gestione l'hotel pithaecusa dai marchesi Cocozza di Montanara insieme ad un socio di cognome Chiaese. Acquistarono l'hotel pithaecusa nel 1951 dal marchese Giovanni di Montanara che aveva cancellato il cognome Cocozza.
Giovanni, l'imprenditore
Giovanni Monti cominciò a fare l'imprenditore a 23 anni. Nel 1909. Si sposò con la svizzera Emma Reber di 8 anni più grande di lui conosciuta a Napoli all'hotel Vesuvio dove entrambi lavoravano. E' qui che Giovanni imparo' l'arte dell'accoglienza. Giovanni ed Emma aprirono nel 1909 il bar o caffè Savoia in piazza Marina a Casamicciola fittando il piano terra del palazzo novencentesco del notaio Tommaso Morgera che aveva lo studio al primo piano. Si creò un legame forte tra le due famiglie durato almeno due generazioni. Qui tutti avevano un "soprannome". I Morgera erano la famiglia detta "o' Pacione" mentre quella di Giovanni era detta "o'masticiello". Forse perché i Morgera col notaio mettevano "pace" nella comunità rissosa e nei Monti ci doveva stare un "maestro" di qualcosa. Certo quella di Giovanni era una famiglia di commercianti ma con un'etica pubblica. Mia madre mi racconto' di un suo ricordo da bambina:suo nonno non sfruttava l'aumento dei prezzi . Cercava sempre di mantenerli bassi per aiutare il popolo. Ricordo che il nonno Giovanni conservava due grandi ritratti fotografici del padre Giuseppe e della madre Fermina nella sua stanza da letto. Sono andati perduti come molte altri oggetti,qualche libro,registri,lettere . E' il caffè Savoia -al centro della piazza principale - che portava soldi alla famiglia . Nel 1931 presero Giovanni ed Emma la gestione dell'hotel pithaecusa dai marchesi Cocozza di Montanara. Nel 1951 lo acquistarono. Divennero i più importanti imprenditori di Casamicciola Giovanni ed Emma e crescevano in un contesto turistico che cresceva. Colleghi di Giovanni ed Emma erano lo svizzero Arturo Huber che aveva l'hotel Suisse, due signore ebree tedesche che gestivano l'hotel Bellavista, un signore del nord Italia Annibale Barbaini che gestiva l'hotel Savoia, Peppino Trani che gestiva il "vaporetto azzurro" un ristorante sul mare del litorale a Perrone con l'albergo Italia, il rag. Ferdinando Scioli da Napoli che gestiva l'hotel terme Scioli a piazza bagni, Giosuè Maltempo che gestiva uno stabilimento termale a piazza bagni, tanto per indicare una imprenditoria turistica costituita principalmente da forestieri o di locali che avevano imparato altrove a fare impresa. Non solo a terra . Anche a mare. Il primo armatore che collegava Casamicciola a Napoli con i suoi "motori" poco più di barche da pesca era don Nicola Monti.
La storia dei pionieri
Giovanni Monti e sua moglie Emma furono pionieri del turismo. Insieme a loro anche altri ed io ne ho citato solo alcuni. Nel 1953 Giovanni Monti con l'aiuto della Cassa per il Mezzogiorno ampliò il suo albergo pithaecusa. Credo che anche altri fecero così. Nel 1960 gli albergatori di Casamicciola avevano una propria sede fisica ed aderivano alcuni all'associazione degli albergatori napoletani (ADAN).
Emma Reber morì nel 1959. Non ritornò mai in Svizzera ma mantenne i suoi legami con i parenti e gli amici. Per due generazioni questi legami sono stati mantenuti.
Giovanni Monti morì nel 1963.