Ischia News ed Eventi - Rubriche

Questa recensione al libro di Giovanni Farese “Luigi Einaudi – Un economista nella vita pubblica” – Editore Rubbettino, collana “Storie” appare nel numero di settembre/ottobre 2012 anno XXXIII n. 5 de “La Rassegna d’Ischia” diretta da Raffaele Castagna. Credo che esempi di una lunga vita pubblica di uomini  come Luigi Einaudi  in questi nostri tempi caratterizzati da scandali di incredibile fetore, come quello avvenuto a Roma nel Consiglio Regionale e che ha costretto la presidente Renata Polverini a dimettersi, meritino un’ampia diffusione al di là delle appartenenze al “centro-destra” o al “centro-sinistra” – come si chiamano oggi gli schieramenti politici omologati – perché  i fatti di costume politico avvenuti a Roma, capitale d’Italia e nella assise popolare seconda soltanto al Parlamento della Repubblica,gettano discredito su tutta la Democrazia il cui corretto esercizio non ha alternative nel Mondo Civile. Abbiamo oggi disperatamente bisogno di Uomini come Luigi Einaudi.

g.m.

Mario Capanna nel suo libro “Coscienza Globale” (Baldini Castoldi 2006)  scrive che “è stato calcolato che negli ultimi due-tre decenni sono state prodotte e diffuse più notizie che in tutti i cinquemila anni precedenti” e commenta che “l’effetto determinato (solo in apparenza paradossale) è che all’aumento di notizie corrisponde una diminuzione della conoscenza. Siamo “informati” di più ma sappiamo di meno”. Capanna chiama tutto questo un “bombardamento quotidiano” di notizie che diviene una “triturazione informativa” che porta alla “distruzione della memoria storica”. L’osservazione è da condividere .Anzi c’è da aggiungere che un “bombardamento quotidiano di notizie” e di opinioni attraverso i potenti nuovi mezzi di comunicazione – come le catene televisive e quelle di quotidiani e settimanali – ha ferito a morte il buon giornalismo perché le televisioni ed i giornali sono diventati strumenti per campagne di stampa tese ad “infangare” le persone e le idee che queste portano avanti.

Questo “bombardamento di notizie” – in tempo di sfrenato consumismo, di globalizzazione economica dove il modello capitalistico dello sviluppo vince in tutto il mondo con il tramonto definitivo del comunismo – non fa riflettere sull’applicazione sociale dello sviluppo così il “liberismo” viene  propagandato come la sola soluzione per la cosiddetta “crescita”, la sola via per la salvezza dei sistemi economici. Come se non avesse – anche il “liberismo” – una funzione “sociale” in grado di competere con il socialismo ed il comunismo sul terreno della giustizia sociale.

Giovanni Farese insegna storia economica alla LUISS Guido Carli di Roma ed è “Managing Editor del “Journal of European Economic History” ed ha dato alle stampe per i tipi di Rubbettino Editore  una dettagliata biografia di Luigi Einaudi (1874-1961), il grande economista che fu il primo   Presidente della Repubblica pur dichiarando di aver votato per la monarchia al referendum del 2 giugno 1946, che fu giornalista del “Corriere della Sera” e pioniere del giornalismo economico, che fu sempre liberale pur essendo profondamente cattolico. Il libro di Farese ripercorre le principali tappe della vita di Einaudi ed a 60 anni dalla morte diventa attuale non solo il suo pensiero  ma lo svolgimento della sua stessa vita pubblica. Come lui e dopo di lui gli economisti sono saliti al vertice del Paese come ministri, parlamentari, capi di governo.

Dal racconto della sua vita emerge una vera concezione “liberale” della vita civile e del modello di sviluppo, una convinzione profonda che non c’è alternativa allo sviluppo del mercato per  il benessere collettivo anche dei lavoratori. Farnese segue passo per passo con una  puntigliosa documentazione tutto l’impegno pubblico di Einaudi e lo confronta con gli antagonisti come Ernesto Rossi ed altri dei quali Farnese traccia anche i profili affinchè l’esame del pensiero e della vita di Einaudi sia il più preciso possibile con il metodo rigoroso della studioso di Storia Economica.

Farese ammira nel suo complesso la classe dirigente liberale e cattolica che ha costruito l’Italia del secondo dopoguerra. Condivide l’alleanza tra liberali e cattolici e sottolinea che De Gasperi, Einaudi, Menichella, Vanoni “hanno avuto tutti una visione comune; senza crescita non vi può essere giustizia sociale, non vi può essere libertà”. Questa classe dirigente ha creduto nei programmi: il mantenimento dell’IRI, la gestione del Piano Marshall, il piano Ina-casa, il varo della Cassa per il Mezzogiorno, la partecipazione ai consessi europei e internazionali. Visto con gli occhi di oggi sembra un programma di un partito o movimento di estrema sinistra!!!

Il pensiero liberale di Einaudi è in perfetta coerenza con il suo stile di vita di studioso e di servitore dello Stato e nel tempo di oggi questo stile dovrebbe essere preso ad esempio per un ritorno alla Politica basato sui contenuti e bandendo la demagogia sia quella di destra che quella di sinistra.

Dalla lettura di questo libro emerge la necessità di “ritornare al Novecento” nel terreno delle ideologie politiche ed economiche  per fare sintesi del processo della Storia.

Einaudi è stato il primo sostenitore degli Stati Uniti d’Europa e forse oggi l’acceleratore della Storia per l’Italia va messo proprio su questo progetto dando un’anima al capitalismo finanziario con un liberalismo capace di unificarsi con il socialismo come sognava Carlo Rosselli.

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Non ho avuto il piacere di conoscere personalmente il maestro Ernesto. L'ho scoperto attraverso le testimonianze dell'amico Giuseppe Mazzella di Rurillo e di qualche conoscente di Ponza.

Desidero inviare il mio  ultimo saluto, carico di affetto e di stima, dall' isola d' Ischia, da isolano ad isolano, dallo stesso attaccamento alle rocce ed al mare, dalla stessa passione per la nostra Storia comune, al carissimo Maestro Ernesto Prudente con il rimpianto di non averlo potuto salutare questa estate nella mia breve giornata ponzese ma al quale ho lasciato la copia di " Ischianews" con il mio servizio su Ponza e la copia della carta di Ischia di Abramo Ortelio del 1590 alla sua nipotina al Bar Welcome.

Il mio pezzo sulla “Litoranea Casamicciola-Lacco Ameno tra “opere perpetue” e “prediche inutili” contiene una omissione a me imputabile. Quando cito l’intervento del prof. Cristofaro Mennella  sulla proposta del secondo anello stradale del 1967 ometto di indicare dove apparve. Apparve nel numero 2 del giugno 1967  sul “giornale socialista dell’isola d’Ischia diretto da Francesco Scalfati” ISCHIA ESPRESS.

Isolani e turisti possono firmare l’adesione direttamente al  tavolo presso il Bar Triangolo  o votare attraverso il sito web  HYPERLINK "http://www.iluoghidelcuore.it" www.iluoghidelcuore.it.


Il recupero ai fini ambientali e produttivi del complesso del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola (60mila Mc. su 24mila Mq2) costituisce la condizione indispensabile per il rilancio economico e sociale di Casamicciola, la più antica cittadina termale e turistica dell’isola d’Ischia,perché pietra miliare di un vasto  progetto di recupero delle aree industriali dismesse di Casamicciola che comprende anche significativi stabilimenti termali di Piazza dei Bagni e dell’intero bacino idrotermale di La Rita. Non si tratta di “nuove fabbriche” ma di “recupero di strutture produttive” e quindi perfettamente compatibile con il Piano Urbanistico Territoriale dell’isola d’Ischia in vigore perché approvato dal Ministero dei Beni Culturali nel 1995 e quindi non può non avere il parere obbligatorio e favorevole della Soprintendenza ai Beni Paesistici della Provincia di Napoli.

Sembra impossibile che nell’isola d’Ischia esistono due aree industriali dismesse proprio nel settore economico trainante di tutta l’isola ed appare inverosimile che un argomento del genere non costituisca interesse né per la Associazione degli Albergatori né per quella dei  Termalisti il che dà un’idea del grado di rappresentatività di queste associazioni imprenditoriali come colpisce il silenzio dei sindacati dei lavoratori degli alberghi e delle terme segnale di una altrettanto debole rappresentatività.

La frana avvenuta sabato 25 agosto dal costone sulla Litoranea Casamicciola-Lacco  alle ore 21.30 circa che soltanto per un miracolo o una straordinaria coincidenza non si è trasformata in una tragedia come quella del novembre 2009 con la seconda alluvione di Casamicciola in 99 anni (i tempi della natura non sono quelli dell’uomo) mi ha  riportato alla memoria un incontro che tenemmo come Associazione della Stampa delle isole di Ischia nel lontano 1986 con il giornalista Giovanni Russo, inviato speciale del “Corriere della Sera” e fervente meridionalista fin da giovanissimo con il suo libro “Baroni e contadini”. Russo mi disse che “ovunque era  andato nel Mezzogiorno aveva trovato  lavori pubblici incompiuti, mai terminati, con strade aperte “provvisoriamente” e cioè con un provvisorio diventato definito”. Russo chiamò questi lavori pubblici mai terminati a regola d’arte le “opere perpetue del Mezzogiorno”.
La Litoranea è una di queste “opere perpetue”. Fu  aperta al pubblico il 25 luglio 1926. Lo ricorda Raffaele Castagna  nel volume “Isola d’Ischia in tremila voci, titoli, immagini” che completa la voce sottolineando che “a 300 metri circa presso la Pensione Morgera (oggi non esiste più perché è stata trasformata in un complesso residenziale n.d. a.) una lapide (oggi appena leggibile) ricorda l’evento: “Regnando Vittorio Emanuele III Re d’Italia – Anno IV del governo del Duce Benito Mussolini – questa strada che segna l’inizio di una litoranea Porto d’Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, giungendo a Forio – che Salvatore Girardi, Presidente della Deputazione Provinciale volle per avvicinare Napoli all’isola, evitando scomodi scali, affidandone l’esecuzione all’ing. S. Melucci – fu aperta al pubblico il 25 luglio 1926”. Qui si ferma la voce lasciando la ricostruzione della storia ad altre fonti.

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